Chi sono? Cosa faccio?
La domanda più complicata?
Esattamente quella che ritrovate nel titolo: Chi sono? Cosa faccio?
Non è dovuto ad una mancanza di argomenti o spunti filosofici di difficile comprensione, bensì alla complessità del gomitolo da districare.
Osservo che la risposta, nonostante si modifichi in funzione del mio interlocutore, mantiene sempre certi baluardi a me cari o semplicemente che ritengo “confortevoli”:
“Mi sono laureata come tecnologa alimentare” (e fin qua tutto bene…alla fine una bella laurea triennale e magistrale fa sempre la sua bella figura!).
“Ho lavorato in un’azienda alimentare per quasi 2 anni ricoprendo i ruoli per cui ho studiato” (e anche questo aggiunge un po’ di “presenza” scenica al mio Curriculum Vitae).
“Sono abilitata alla professione di Tecnologo Alimentare grazie al superamento dell’esame di stato e successiva iscrizione all’albo” (e anche questa è una bellissima frase ad effetto per iniziare l’introduzione di sé stessi).
Pian piano però mi accorgevo di come tutto questo non era una giustificazione verso i miei interlocutori per ciò che stavo inseguendo e sognando bensì una dimostrazione verso il vero “giudice”, uno ed uno soltanto: ME STESSA. Ebbene sì, perché non c’è paura più grande di essere giudicati, in primis da sé stessi, i più agguerriti indagatori e fomentatori di dubbi verso il proprio ego.
Perciò respiro e mi lascio andare, libera di esprimermi e far sì che la mia stessa espressione mi descriva, libera di sbagliare, imparare e perdersi proprio per poi ritrovarsi.
Alla fine, con un po’ di dialettica ed inventiva, si può essere giocolieri con le parole, strane palline da far rimbalzare tra le mani seguendo molteplici acrobazie tra loro differenti. Ma queste stesse palline, da ruotare in diverso modo a seconda della propria fantasia, rimangono le medesime e possono anche aumentare, poichè il bello di essere affamati di sapere è proprio questo.
Fasi di cura del dettaglio per il piatto finale.
Inizia tutto più o meno così…
Da una semplice passione per la cucina nasce una costante ricerca del “bello” in ogni sua forma: nella progettazione del piatto e del suo contesto emozionale, nella ricerca della migliore sinfonia di sapori, nello scatto finale fino al suo racconto.
I corsi e la collaborazione con figure del settore mi ha aiutato tanto, perché è proprio vero che non c’è miglior scuola che l’apprendimento sul campo.
Stava nascendo un nuovo mondo o forse semplicemente un nuovo modo di guardarlo e raccontarlo, perché veicolare qualcosa di intangibile diventa la sfida più bella e sicuramente la più difficile per la sua continua evoluzione.
Anche la più semplice gestualità può trasmettere emozioni: non vi sembra semplice poesia la gentilezza severa con cui si dà vita alla pasta fresca? Oppure la delicatezza e l’idea di calore che può veicolare una mano protesa verso un biscotto pronto a tuffarsi nel latte caldo?
Descrivere quindi in poche parole qualcosa di così vario ed in continua crescita diviene quindi riduttivo e complesso ma allo stesso tempo profondamente indagatore di sé stessi.
Anche il giocoliere più esperto però a volte fa ancora cadere qualche pallina, quando è soggiogato dall’emozione, ma una cosa rimane certa: in prima persona o dietro le quinte, amo non solo creare ma raccontare il “Food In Every Declination” e questo cerco di farlo al meglio, provando a migliorarmi ogni volta proprio perché questo mi rende felice.
Curiosi?
Immergetevi nel mio mondo, non vedo l’ora di mostrarvelo!
Complimenti,
Il sito è elegante e ben strutturato, trasmette proprio il senso di bello di cui parli nela tua descrizione che è anchessa ben fatta e di facile lettura e comprensione…
Sono davvero convinto che tu abbia trovato la tua strada.
Buona fortuna Vero.
Grazie Daniele!
Un augurio che porterò con me come fonte di grande incoraggiamento.
Avere un professionista come sostenitore non è da tutti!
A presto Dani!